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Ci piace insegnare la democrazia in giro per il mondo, ma qui abbiamo la Catalogna e il suo voto popolare schiacciato dal potere dello Stato centrale, con la forza, con la violenza, con la Magistratura. Se pensavamo che gli ultimi prigionieri politici fossero stati i separatisti scozzesi dell’IRA negli anni Ottanta, forse ci sbagliavamo. Dobbiamo ammettere che nelle “democrazie” contemporanee c’è qualcosa che non quadra, se le consultazioni democratiche vengono ignorate e calpestate, se il potere dei Governi permette l’uso della forza contro il popolo disarmato, se NEL NOME DELLE COSTITUZIONE …SI UCCIDONO I DIRITTI.
Mentre il mondo accademico e le élite intellettuali, con inusitata chiarezza, interpellano i potenti sul destino dei diritti nell’Unione Europea (leggi qui la lettera aperta a Juncker e Tusk) e mettono sul tavolo della discussione il rapporto tra Diritto e Legge, tra diritti e Costituzioni, mentre pare rinascere il problema del riconoscimento dei diritti (naturali) dell’Uomo e delle Genti anche in Occidente, mentre l’ONU si occupa quasi esclusivamente dei “diritti” dell’Africa, in Medio Oriente anche l’Iraq brandisce come un’arma la Costituzione per giustificare la violenza contro le forze popolari sgradite al potere. Nel 2017 gli strumenti che dovevano servire per garantire i diritti, oggi servono per punire chi ne rivendica l’esercizio.
Baghdad chiede al Kurdistan iracheno di formalizzare il no all’indipendenza
Il governo iracheno ha chiesto alla regione del Kurdistan di dichiarare esplicitamente che non avrebbe mai chiesto la secessione dallo Stato centrale.
In precedenza la Corte federale suprema di Baghdad aveva fatto sapere che la Costituzione irachena non contiene articoli che indicano la possibilità di secessione di qualsiasi regione. “In base alla decisione della corte federale, chiediamo che la regione dichiari chiaramente che non persegue alcun piano di indipendenza dall’Iraq”, si legge in un comunicato del governo. Il governo dell’Iraq ha inoltre osservato di rispettare la Costituzione e di prendere tutte le misure necessarie per tutelare il potere federale.
Dopo che i curdi hanno svolto il referendum sull’indipendenza Baghdad ha introdotto diverse sanzioni contro il governo regionale curdo ed ha inoltre avviato un’operazione militare su territori contesi, soprattutto nella provincia di Kirkuk. Le parti cercano il dialogo, tuttavia le divergenze persistono su una serie di questioni.
All’inizio di novembre Baghdad aveva accusato i rappresentanti curdi di rinunciare al piano per uscire dalla crisi e di cercare di prendere tempo per riposizionare le unità armate dei peshmerga. I curdi hanno respinto le accuse, sostenendo che non c’è mai stato nessun patto con Baghdad.
7 novembre 2017
Fonte: https://it.sputniknews.com/politica/201711075247234-Iraq-curdi/