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A Treviso si celebra il capodanno del Veneto «Obiettivo il federalismo»
«Dialetto lingua insegnata a scuola e usata negli atti ufficiali, ma sarà difficile» In mille alla festa del “cao de ano” con gli auguri di Zaia e Ciambetti
6 marzo 2017, Vazzola. La lengua veneta insegnata a scuola, adoperata nella pubblica amministrazione? Il bilinguismo sui cartelli stradali? I mille del cao de ano, il capodanno del Veneto, riunitisi a Visnà, per iniziativa dell’associazione Le Tere Alte de San Marco ci sperano. «Ma – riconosce il loro presidente, Daniele Soligo, assessore a Vedelago – sanno bene che, perché accada, il dialetto deve essere riconosciuto tra gli idiomi minoritari tutelati dalla legge 482». Fino ad oggi, sia la Regione Veneto che il Friuli Venezia Giulia proteggono questo dialetto con pari dignità di una vera e propria lingua (la si parla correntemente anche a Grado e nella laguna di Marano). Ma più in là non si può andare. E il recente provvedimento del consiglio regionale veneto, in materia, non è più che uno spot, secondo Alessandro Mocellin, coordinatore dell’Academia de la Bona Creansa e docente di corsi di veneto, che ha tenuto la relazione introduttiva della festa di ieri al Centro Vicinalis di Visnà.
Ecco perché il presidente Soligo, la segretaria Silvana Mizzetto, i loro collaboratori, vogliono proseguire per una loro strada, in autonomia dal movimento dei Forconi, da chi porta la voglia di autodeterminazione alla esasperazione, per conquistare un posto di cittadinanza anzitutto culturale della lingua veneta e, più in generale, alla storia millenaria di questo popolo. «L’autonomia del Veneto? Certo che la vogliamo, è un presupposto della nostra azione culturale», risponde Soligo, «ma non saremo parte attiva, politicamente parlando, del prossimo referendum. Noi facciamo cultura, punto e a capo». 9 i Comuni trevigiani che hanno aderito. La preoccupazione evidente è quella di essere il più istituzionali possibile.
«Il nostro obiettivo», ribadisce Soligo, «è uno Stato federale, con il Veneto posto nelle condizioni di gestire la propria autonomia». La secessione, dunque, pare uno scenario lontano, anzi lontanissimo. D’altra parte, lo potrebbe accettare un sindaco come Floriano Zambon (Conegliano)? Pure lui, infatti, ha dato la propria adesione. Luca Zaia, presidente della Regione, ha inviato una lettera di sostegno, evidenziando come sia indispensabile riscoprire le origini del popolo veneto e, appunto, valorizzare la lingua. Roberto Ciambetti, presidente del consiglio regionale, ha fatto altrettanto. «Il successo di questa iniziativa è dato dal gran numero di partecipanti, nonostante tante strade bloccate dalla maratona», conclude Mizzetto, «e dalla presenza di uomini di cultura, da Andrea Favaro a Davide Lovat (espulso anni fa dalla Lega Nord, ndr), e in particolare di docenti universitari».
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