ALLE RADICI DEL CIVISMO EUROPEO. VOLONTARIATO, COMUNITÀ, PERSONA*
La massima espressione di dedizione, da parte dellʼuomo, per la propria realtà sociale, in cui si manifesta e si consolida la responsabilità civile, fondata sulla condivisione e sul rispetto di cose e valori, è il volontariato. Il dono di sé al prossimo è il prolungamento consapevole dell’individuo nel mondo: la partecipazione è la condizione per lʼacquisizione di quelle virtù civiche che permettono di realizzare progetti politici comuni.
Se tutto ciò, in Europa, è apprezzabile per gli autoctoni, lo è certamente per gli stranieri che si apprestano al volontariato, ai fini dell’integrazione. La rivalutazione del territorio, quale luogo concreto del volontariato, quale luogo dell’educazione e della maturazione della persona, si pone quindi come obiettivo privilegiato per la crescita della coesione sociale e culturale in Europa. Il territorio è il propulsore dei valori fondativi europei, che sono la lealtà verso i concittadini e verso le istituzioni, la fiducia reciproca, il sentimento di appartenenza alla comunità, lʼadesione cosciente ad aggregazioni politiche democratiche, nelle quali questi valori sono riconosciuti e garantiti, ma prima di tutto vissuti. È nelle comunità territoriali che si sviluppa, in definitiva, il civismo europeo. Ed è in questa prospettiva che si connota appieno il principio di sussidiarietà, presupposto strutturale per poter esprimere compiutamente la vocazione alla socialità, in tutti i campi della propria esistenza: umanitario, ludico, culturale, politico. Campi che non sono indipendenti lʼuno dallʼaltro: la sussidiarietà si configura infatti come premessa della più ampia partecipazione, in ogni momento e ad ogni livello della vita associata.
Se il civismo europeo si regge sui valori maturati nelle comunità territoriali più prossime al cittadino, è allora necessario ripensare lʼintegrazione non tanto come amalgama delle diversità, ma piuttosto come coordinamento organico delle peculiarità locali, visto che queste sono in grado di fornire al cittadino gli elementi di appartenenza collettiva alla più vasta Comunità Europea, entro cui costruire e in cui riconoscere la propria soggettività.
Lontano dal mero intento di conservazione delle tradizioni locali, questo approccio mira invece a valorizzare la persona, che nel territorio in cui risiede, a partire da esperienze quali volontariato e associazionismo, rafforza quellʼetica della vita associata che accomuna ogni europeo e che sarà fatta propria da ogni straniero che si accinga a condividere con lʼEuropa istituzioni, risorse economiche e stili di vita. Il volontariato infatti non è soltanto lʼimpegno dell’uomo verso i propri simili, ma è primariamente cittadinanza attiva, vale a dire coscienza civile, che significa fare prima che chiedere, partecipare prima che votare, significa essere coinvolti in un progetto di vita comune che a sua volta si nutre e si sviluppa grazie alle azioni di ognuno di noi.
Federica Epis
* Questo articolo è stato selezionato da una giuria composta da membri della Fondazione Caritas Ambrosiana e da rappresentanti della cooperativa editoriale Oltre (che svolge funzione di ufficio stampa per la Fondazione) come vincitore del concorso letterario “Volontariato e cittadinanza attiva per la costruzione dell’Europa”, promosso dalla stessa Caritas Ambrosiana nell’ambito del progetto europeo “Citizens for United Europe” (Cittadini per unʼEuropa unita), finanziato con il sostegno della Commissione europea.